In Che Modo la Cannabis Può Aiutare a Combattere l'Infiammazione

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Categories : Marijuana Medica

In Che Modo la Cannabis Può Aiutare a Combattere l'Infiammazione

È sempre più evidente che la cannabis aiuta a contrastare l'infiammazione. Tale azione potrebbe essere efficace per la prevenzione e il trattamento di varie patologie, dall'artrite al diabete, dall'asma alle malattie cardiache.

Talvolta, a causa di un indebolimento del sistema immunitario, si può generare un'infiammazione. Ciò può danneggiare organi, articolazioni e tessuti in varie parti del corpo. La causa primaria di molte patologie diffuse come diabete, malattie cardiache, asma, disturbo da deficit di attenzione e tiroidite, è proprio l'infiammazione. L'infiammazione si trova spesso alla base di moltissimi problemi di salute. Per questo è davvero fondamentale trattarla tempestivamente per evitare conseguenze più gravi.

La ricerca medica attualmente si sta concentrando sul ruolo della cannabis nel trattamento e nella prevenzione dell'infiammazione. Alcuni studi dimostrano che i composti attivi presenti nella cannabis, noti come cannabinoidi, possono aiutare a combattere l'infiammazione. Inoltre, riescono ad alleviare il dolore provocato dall'infiammazione.

CANNABINOIDI, INFIAMMAZIONE E SISTEMA IMMUNITARIO

I cannabinoidi CBD e THC sono le due sostanze attive principali contenute nella pianta di marijuana. Alcune ricerche hanno rivelato che questi due cannabinoidi sono utili per il trattamento di vari sintomi e condizioni di salute, inclusi infiammazione e dolore cronico.

Secondo uno studio pubblicato nel US National Library of Medicine, i cannabinoidi sono in grado di controllare la risposta immunitaria dell'organismo, e quindi di smorzare l'infiammazione. Ciò è possibile grazie all'azione dei cannabinoidi, che si legano e/o interagiscono con i recettori dei cannabinoidi nel nostro corpo.

IL SISTEMA ENDOCANNABINOIDE UMANO

Gli endocannabinoidi e i loro recettori CB1 e CB2 sono presenti in tutto il nostro organismo, compresi cervello, organi, tessuti, ghiandole e sistema immunitario. Il recettore CB1 è situato nel sistema nervoso centrale. È responsabile dell'effetto psicoattivo della cannabis. Il recettore CB2, presente nelle cellule del sistema immunitario, agisce principalmente come inibitore dell'infiammazione. In altre parole, la cannabis può intervenire e regolare direttamente il nostro sistema immunitario.

I composti attivi della cannabis sono quindi in grado di interagire con il nostro sistema endocannabinoide. Ma quest'erba è utile anche per mantenere bassi i livelli di proteina c-reattiva nell'essere umano. È stato rilevato che questa particolare proteina è una delle principali cause di malattie cardiache. Secondo le recenti ricerche scientifiche, esiste un legame tra consumo di cannabis e livelli bassi e normali di proteina c-reattiva. Un ulteriore studio ha dimostrato che i cannabinoidi non sono soltanto in grado di arrestare l'avanzamento dell'artrite reumatoide, ma possono anche contribuire ad alleviare il dolore causato dalla malattia.

CBD VS. THC PER COMBATTERE L'INFIAMMAZIONE

È stato dimostrato che il THC che il CBD svolgono un ruolo attivo nel trattamento dell'infiammazione. Ma queste sostanze agiscono in modi differenti. Entrambi i cannabinoidi possono abbassare i livelli delle citochine pro-infiammatorie. Queste proteine sono importanti per la comunicazione cellulare, oltre ad avere altre funzioni antinfiammatorie. Ma il CBD, la sostanza non psicoattiva presente nella cannabis, si è rivelata molto più potente nel contrastare l'infiammazione rispetto al THC. Proprio per questa ragione le varietà di cannabis terapeutica usate per il trattamento dell'infiammazione sono generalmente molto ricche di CBD.

In Che Modo la Cannabis Può Aiutare a Combattere l'Infiammazione

IN CHE MODO LA CANNABIS PUÒ TRATTARE LE PATOLOGIE AUTOIMMUNI

Alcune malattie come la sclerosi multipla (SM) sono causate da un malfunzionamento del sistema immunitario. Nel caso della SM, il sistema immunitario attacca la guaina protettiva (mielina) che ricopre le fibre nervose. I cannabinoidi riescono a contrastare questa reazione incontrollata del sistema immunitario. Tale effetto terapeutico potrebbe essere utile non solo per la sclerosi multipla, ma anche per molte altre patologie causate da un sistema immunitario compromesso.

Quando i cannabinoidi interagiscono con il nostro sistema nervoso centrale, possono proteggere le cellule ancora sane e non intaccate dalla malattia, evitando la morte cellulare (apoptosi). La sclerosi multipla è una malattia del sistema nervoso centrale. Pertanto, i cannabinoidi costituiscono un trattamento potenzialmente efficace per questa patologia. Tramite alcuni meccanismi ancora non completamente chiari, i cannabinoidi possono anche attivare la distruzione delle cellule malate, responsabili dei sintomi della sclerosi multipla. Inoltre, è stato rilevato che i cannabinoidi sono molto utili nella riparazione della mielina danneggiata che riveste le fibre nervose.

CANNABINOIDI E INFIAMMAZIONE DEL COLON

L'infiammazione del colon è la causa alla base di molte patologie come il morbo di Crohn o la colite. La ricerca ha dimostrato che l'attivazione dei recettori CB1 può aiutare a prevenire l'infiammazione del colon. Finora, tali studi sono stati condotti solo su cavie animali. Tuttavia, i risultati sono incoraggianti e mostrano una riduzione delle lesioni nell'intestino e un'azione protettiva contro il restringimento del colon. Questi esiti indicano che la cannabis può avere un effetto benefico nella prevenzione dei sintomi della colite.

QUANTO SONO SICURI I CANNABINOIDI ASSUNTI COME MEDICINALE?

Negli ultimi anni, gli scienziati hanno raccolto svariate informazioni utili riguardo la sicurezza e la tollerabilità della cannabis. Finora, non esiste alcuna prova che il CBD provochi effetti negativi, anche quando assunta in dosi relativamente elevate. Nell'agosto 2017 la Food and Drug Administration ha richiesto un dibattito pubblico sulla sicurezza del CBD. Come risultato, i sostenitori e gli esperti in medicina hanno consigliato una riclassificazione della cannabis e la sua cancellazione dal registro delle sostanze stupefacenti. Inoltre, è stato richiesto l'intervento della FDA al fine di chiarire che prodotti come l'olio di CBD non sono equiparabili alla marijuana. Tuttavia, al momento negli Stati Uniti il CBD è ancora classificato come sostanza stupefacente di livello Schedule I.

A quanto pare, l'Agenzia federale antidroga statunitense (DEA) è saldamente ancorata al passato. Per fortuna, le Nazioni Unite e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno stabilito che il CBD è una sostanza che non presenta rischi di abuso.

La OMS ora concorda ufficialmente che il cannabidiolo (CBD) naturale non soddisfa i criteri necessari per essere classificata come sostanza stupefacente Schedule I, ma possiede invece molteplici applicazioni in ambito terapeutico. I sostenitori della cannabis sperano che queste ultime dichiarazioni ufficiali della OMS vengano ascoltate e accettate anche dalla FDA.

LA CANNABIS COME MEDICINA - LE PROSPETTIVE

Per quanto riguarda la cannabis come sostanza medicinale, la ricerca scientifica è ancora in fase embrionale. I test su cavie animali indicano che la cannabis racchiude un enorme potenziale nel trattamento dell'infiammazione e di altre condizioni di salute. Ad ogni modo, gli esami condotti sugli animali devono ancora essere eseguiti su soggetti umani. E ciò non avverrà sicuramente da un giorno all'altro. Ovviamente in futuro dovranno essere svolte molte altre ricerche. Nel frattempo, un numero sempre crescente di pazienti non ritiene necessario attendere i risultati degli studi sugli effetti benefici della cannabis e del CBD in particolare. Molti usano già la cannabis per gestire i loro problemi di salute, spesso con risultati sorprendenti. E ciò pone loro in posizione di vantaggio rispetto a chi studia quest'erba all'interno di un laboratorio.